Traduzione dall’originale: A.T. Still’s Biogen
Autore: Domenick J. Masiello, DO
AAO Journal (2022) 32 (1): 37–43. https://doi.org/10.53702/2375-5717-32.1.37
Traduzione a cura di: Andrea Gasperoni Ferri, Osteopata DO – www.movimentopresente.it
Riassunto
Questo articolo traccia la frequenza con la quale il termine ‘Biogen’ (forza vitale) appare nel corpus della letteratura osteopatica di Andrew Taylor Still dai primi giorni della American School of Osteopathy (ASO) attraverso l’inizio del XX° secolo fino al XXI° secolo. Il significato e l’uso di Biogen è collocato nel suo contesto storico e vengono esplorate le influenze filosofiche contemporanee. Vengono considerate le prime definizioni di osteopatia come metodo biomeccanico e bioenergetico di guarigione. Viene discusso il lavoro di William Garner Sutherland in termini di accettazione e uso della terminologia e dei concetti bioenergetici. Viene inoltra analizzata l’influenza di Walter Russell sul lavoro di Sutherland. I tratti personali dell’immaginazione di Still, come la memoria e l’intuizione vengono trattati come fondamento della sua esperienza vissuta di osteopatia.
Introduzione
Il secondo libro di A.T. Still fu The Philosophy and Mechanical Principles of Osteopathy(1). Fu protetto da copyright nel 1892 e pubblicato per la prima volta nel 1902, circa 5 anni dopo la prima edizione della sua autobiografia. Una rapida occhiata all’indice mostra un’organizzazione che Still ha ripetuto nei lavori successivi: alcune osservazioni introduttive e filosofiche, seguite da capitoli organizzati per parte del corpo o sistema di organi compresa l’applicazione di principi osteopatici a quella regione. Inoltre, ci sono capitoli su vaiolo, febbre, obesità, convulsioni e ostetricia.
C’è anche un altro capitolo, stranamente collocato tra Capitolo X° (Febbri) e Capitolo XII° (Vaiolo), e cioè il Capitolo XI°: Biogen. Le sottosezioni del capitolo Biogen sono le seguenti:
- Sviluppo e evoluzione
- L’origine dell’azione
- Forze combinate
- La materia nell’atomo
- Il materiale e l’immateriale
- Il visibile e l’invisibile
- L’uomo è eterno
- La sopravvivenza dei più deboli
- Metodi di guarigione
- Primitivi nani mentali
- La comparsa dell’edema
In questo capitolo, chiaramente filosofico, Still come al solito intercala anatomia e fisiologia con la filosofia. Tuttavia, la cosa strana di questo capitolo è l’uso del termine Biogen come se fosse un termine comunemente usato in medicina o parte del lessico intellettuale del periodo. Questo termine appare poche volte nel corpus della letteratura osteopatica. La discussione di Still sul Biogen è più facile da comprendere se riportiamo una serie di brevi dichiarazioni tratte dalle prime due sottosezioni del capitolo Biogen:
- La vita non può essere conosciuta nelle sue minuziosità.
- La vita è conosciuta tramite l’azione visibile delle forme.
- Il movimento è la prima e unica evidenza della vita.
- Vita e materia sono unite nell’uomo.
- Il compito dell’osteopata è di rimuovere ogni impedimento al movimento libero e assoluto.
- Tutti i corpi materiali hanno vita terrestre; tutto lo spazio ha vita spirituale.
- L’unità di spirito e materia forma l’uomo.
- La vita terrestre ha moto e potenza, i corpi celesti hanno conoscenza o saggezza.
- Il Biogen è la vita terrestre e celeste unite in azione.
- Il Biogen dà movimento e crescita a tutte le cose.
- I mondi celesti della vita eterica donano le forme in cambio dell’uso della sostanza materiale.
- Biogen, o duplice vita, significa eterna reciprocità tra il terrestre e il celeste.
- Il Biogen permea tutta la natura.
- La vita umana è il risultato del concepimento da parte della madre terrestre e del padre celeste.
- L’uomo è l’unione di mente (spirito) e materia.
- La vita umana è eterna.
Naturalmente, queste non sono le uniche parole usate da Still per descrivere l’essenza della vita. In Filosofia dell’osteopatia afferma ancora:
…siamo costretti dalla ragione a concludere che c’è un essere superiore che conduce l’uomo materiale, sostiene, supporta e protegge contro il pericolo… primo il corpo materiale, secondo il corpo spirituale, terzo un essere di intelligenza che è di gran lunga superiore a tutti i movimenti vitali e forme materiali, il cui compito è quello di gestire questo grande motore della vita.
In Osteopathy, Research and Practice(2), Still chiama Dio l’Architetto e il Costruttore e per lui questa prospettiva vitalista era fuori discussione:
È noto che la vita umana è progressiva e procede con un lavoro di accumulazione e pratica della conoscenza. È ragionevole concludere che dopo quella che è conosciuta come morte fisica, la vita è all’istante qualificata per entrare nella scuola superiore per continuare il suo sviluppo spirituale. In tutto questo la Natura ha in vista una grande meta. La mia conclusione è che l’immortalità è il disegno o l’oggetto del Dio della natura nella creazione dell’uomo.
Questa affermazione è coerente con i principi della National Spiritualist Association of Churches, adottata nel 1899(3).
Le inclinazioni spiritualiste di A.T. Still sono ben documentate nella meravigliosa biografia di John Lewis di Still, A.T. Still: From The Dry Bone To The Living Man(4). Alle pagine 303-307, Lewis racconta una versione più completa di come Still venne a ricevere le verità dell’osteopatia come rivelategli da tre guide spirituali. Nell’autunno del 1874, viene costituito un circolo spirituale vicino a Kirksville, Missouri, da Mrs. Mott, moglie del medium Harvey Mott (pag. 149)(5). Tra i suoi membri c’erano W.M Gill, F.A. Grove, Miss Emma Coons e S.M. Pickler. F.A. Grove era un medico di Kirksville che incoraggiò Still a perseguire il suo nuovo metodo di guarigione (pag. 247)(5). Lewis documenta anche la visita di Still in un ritiro spirituale a Clinton, Iowa, nel 1903. La sua partecipazione è stata riportata nella pubblicazione studentesca della American School of Osteopathy (ASO), The Bulletin of the Atlas e Axis Clubs.
Fu in questo ritiro che A.T. Still incontrò D.D. Palmer, uno spiritualista e fondatore della chiropratica. Presto scoppiò una lite tra i due uomini quando Still accusò Palmer di aver rubato l’osteopatia(4). Nel 1894, A.T. Noe, un medico omeopata di Kirksville, scrisse un articolo denigratorio sul Kirksville Weekly Graphic, in cui Noe sosteneva che Still aveva detto di aver ricevuto l’osteopatia da un medium di trance di nome Mrs. Allred di Kirksville(6). Si sapeva che Still aveva letto e scritto una lettera all’editore di una pubblicazione spiritualista chiamata Vessillo di Luce (Banner of Light)(7). E.R. Booth, il primo biografo di Still, descrive la religione di Still come segue: “Praticamente, il Dr. Still è uno spiritualista” (pag. 16)(8).
Elliott Coues
Date le convinzioni spiritualiste di Still, non sarà una sorpresa che una ricerca esaustiva su Internet con la parola “Biogen” produca un solo riferimento letterario: Biogen – Una Speculazione sull’Origine e la Natura della Vita (Biogen – A Speculation on the Origin and Nature of Life)9, del noto spiritualista Elliot Coues (1842-1899), un chirurgo dell’esercito, storico, autore, e ornitologo (Fig. 1). Si laureò presso la Columbian University, a Washington D.C. (ora George Washington University) nel 1861 e la sua scuola di medicina nel 1863. Come spiritista, partecipò a molte sedute spiritiche e più tardi nella vita divenne un teosofo, per rifiutarlo dopo aver assistito ad attività fraudolente associate alla medianità. Coues è stato membro della National Academy of Sciences, The American Philosophical Society, e la Philosophical and Biological Societies of Washington, D.C. Questo lavoro è un piccolo libro di sessanta pagine, una versione pubblicata del suo discorso alla Philosophical Society di Washington presentato nel 1882. Questo lavoro è un piccolo libro di sessanta pagine, una versione pubblicata del suo discorso alla Philosophical Society di Washington presentato nel 1882.
Il trattato di Coues inizia con la natura del moto nel protoplasma. Egli si impegna contro la prospettiva materialista secondo la quale tutto ciò che c’è nell’universo è materia. La tipica argomentazione materialista all’epoca (ed anche oggi) è che ciò che appare come vita è solo epigenetica o un epifenomeno. Man mano che le cose si evolvevano nel tempo e raggiungevano un certo livello di complessità molecolare, la materia acquisiva caratteristiche come il movimento che associamo alla vita. Le origini della materia non sono una preoccupazione, dato che tutto è semplicemente materia e la materia ha movimento. La controargomentazione di Coues è che la vita come potere o forza esiste a priori, che gli esseri viventi sono più della somma delle loro parti e che una forza vitale è causa del movimento nel protoplasma e non il risultato di esso. Per Coues, il Biogen, o datore di vita, è la forza vitale che esiste a parte e a priori della materia. Se la vita, o ciò che appare vivo, è semplicemente una conseguenza dell’organizzazione della materia, allora la morte dovrebbe seguire la decomposizione della materia; tuttavia, ciò che vediamo è la morte che precede la decomposizione del corpo dopo che la forza vitale si è ritirata dal corpo.
Coues poi prosegue a definire l’anima come una quantità di spirito, e lo spirito come una forza autocosciente, e conclude: “La vita consiste nell’animazione della materia ad opera dello spirito; la vita è Dio reso coscientemente manifesto”. Per Coues, il Biogen è vivo; è la vita stessa. Il Biogen è spirito, è “cose dell’anima”, combinato con la quantità minima di materia per renderlo manifesto. L’appendice di 6 pagine al discorso di Coues contiene una grande quantità di informazioni ed è ben presentato in una lista:
- L’anima è una realtà sostanziale, un essere vivente, di sostanza semi-materiale con qualità riconoscibili.
- L’anima è la comunicazione tra Spirito e materia.
- La Sostanza-Anima è “fluido astrale” animato, etere universale modificato dalla forza vitale.
- L’anima è semi-materiale, è il “corpo” dello Spirito.
- Una modalità del Biogen è la corrente galvanica.
- I migliori esempi di questo sono le sensazioni corporee, il movimento, gli impulsi nervosi sensoriali.
- Abita in un corpo fisico vivente; è il veicolo o l’involucro del corpo.
- Alla morte si ritira dal corpo fisico.
- Biogen è “sostanza dell’anima” che serve a manifestare lo spirito nel fisico.
- Il Biogen può essere studiato nel modo in cui studiamo la luce, il calore o l’elettricità.
- Solo in circostanze eccezionali ha tangibilità o visibilità.
- È confinato entro i limiti del corpo fisico, ad eccezione delle “piccole escursioni” oltre il corpo.
- È più facile lasciare il corpo durante sogni, sonnambulismo, chiaroveggenza, chiaroveggenza, estasi religiosa, catalessi e alcune forme di epilessia.
- Alcune persone possono proiettare il loro Biogen a volontà. Raramente, può diventare visibile (ectoplasma).
- Alla morte, il Biogen si ritira dal corpo fisico; alla morte lo Spirito continua a vivere in un corpo composto dal Biogen.
- Il Biogen diventa così un corpo spirituale.
È molto istruttivo vedere come Still adotta e adatta i concetti filosofici. Chiaramente, Still lesse il trattato di Coues, e, come spiritista, conosceva molto bene molti dei concetti espressi da Coues(10), ma tralascia nozioni come l’ectoplasma e il fluido astrale, concetti fondamentali nella scienza dello spiritualismo. Utilizzando il termine “Biogen”, Still vuol far sapere al suo pubblico che era uno spiritista o almeno aveva convinzioni spiritualiste, ma il mantenerlo vago gli ha permesso di diminuire le critiche da parte della sua famiglia e altri religiosi al momento. Still ha dovuto navigare attraverso insidiose ristrettezze concettuali per proteggere la sua preziosa osteopatia da critiche potenzialmente fatali. Per quanto lo stile di Still fosse caratteristico, unico e allegorico, alcuni dei suoi studenti come E.E. Tucker, Turner Hulett e C.P. McConnell sapevano che The Philosophy and Mechanical Principles of Osteopathy mancava della chiarezza standard dei libri di testo con diagrammi e foto; richiedeva a priori una comprensione dei principi osteopatici e molta lettura tra le righe(11).
Questa energia vitale
La letteratura osteopatica contiene solo alcuni riferimenti al termine “Biogen”. In una conferenza(12) risalente al 1900 circa, Still afferma:
In questa lezione alla classe parleremo di Biogen, i corpi terrestri e celesti con le forze vitali. Per portare questo soggetto alla comprensione dello studente affinché egli possa sapere perché la forza arteriosa o celeste dovrebbe essere portata ad agire con piena forza sul terrestre o sulle sostanze del corpo, deve solo pensare per un momento che l’uomo ha nella sua organizzazione fisica tutte le sostanze chimiche che appartengono alla terra e che queste sostanze sono messe in un movimento di crescita, prima dalla forza vivente o nutrimento ottenuto dal suolo…
Per Still, il “Biogen” era la forza vitale, presente nel suolo, nella vegetazione e nella vita animale. È attraverso il sangue umano che questa forza, raccolta da queste varie fonti terrestri, viene consegnata in tutto il corpo umano. Un obiettivo dell’osteopatia era quello di aiutare a fornire, senza ostacoli, questa forza vitale a ogni cellula del corpo. Per Still, lo scopo della manipolazione meccanica era assicurare la distribuzione di questo Biogen, questa energia vitale. La regola dell’arteria aveva una componente energetica sin dall’inizio del concetto osteopatico. Per Still, il Biogen non era solo una caratteristica della vita umana, ma di tutta l’esistenza terrena. È terrestre e naturale, così come extraterrestre e soprannaturale.
C’è un altro riferimento di Still tratto da una lezione non datata(13). Intitolato anche questo “Biogen”, è un frammento di due pagine di quella che potrebbe essere stata una lezione molto più lunga. In questa seconda lezione di Biogen, Still afferma:
Biogen è i due principi essenziali padre e madre, la base di tutte le manifestazioni chiamate vita. Due esseri possono e devono apparire in congiunzione, contenenti e dotati di forze individualizzate separate e ben definite, comunemente conosciute come “padre” e “madre”… Tutte le sostanze hanno forze magnetiche ed elettriche in abbondanza, come mostrato nella struttura di animali, esseri, piante, pietre e minerali… Tutte le sostanze della terra hanno componenti presenti nel suolo, dal centro alla superficie. Tutte le sostanze trovate nelle forme animali sono elementi della terra, facilmente reperibili e classificati dal chimico. Tutto è terrestre nel corpo fisico. Ma un altro principio conosciuto come “vita” occupa l’intero essere fisico…
Un terzo riferimento può essere trovato in un articolo scritto per il Journal of Osteopathy nel 1898(14). In una rubrica intitolata Dr. Still Department, Still discute ancora la digestione in relazione alla purezza energetica dell’ossigeno e il lavoro dei polmoni nel trasporto di energia vitale al corpo. Continua la sua discussione con “Mr. Morbillo” e chiede retoricamente:
In quale parte del corpo intende depositare il suo seme di morte? La sua risposta sembra essere data circa così: “tramite l’azione dei polmoni e degli elementi dell’aria, giro nell’aria nei polmoni e deposito un uovo, credendo che un principio vivente conosciuto comunemente come Biogen, mi accoglie favorevolmente e mi assiste nello sviluppo del morbillo”.
Qui possiamo avere la chiara sensazione che il Biogen, la forza vitale o principio, sia coinvolto anche nello sviluppo della malattia.
McConnell, Stark, e Lee
Il prossimo riferimento osteopatico viene da Carl P. McConnell, DO, il quale ha pubblicato un articolo in tre parti sugli insegnamenti di A.T. Still nel Journal of the AOA nel 1915(15). Nella terza parte, sottotitolata “Meccanica e Matematica”, McConnell tenta di spiegare la filosofia di Still compreso il concetto di Biogen. Si tratta di un articolo un po’ contraddittorio dato che McConnell pone Still alla pari con da Vinci e Cartesio, caratterizzando Still come allo stesso tempo analitico/sperimentale/materialista e anche metafisico. McConnell credeva che il concetto di Biogen fosse metafisico e “… non pertinente alla scienza dell’osteopatia…”. In seguito afferma che la metafisica conta poco e che la fisiologia di Still si basa sul vitalismo. Ma McConnell sembra non sapere che nel XX° secolo il vitalismo era considerato metafisico! Chiaramente, McConnell era un sostenitore zelante di Still e dell’osteopatia, tuttavia, il suo articolo contribuisce poco alla nostra comprensione del Biogen e di come questo abbia formato la base stessa del lavoro di Still.
Nel 2006, Jane Stark, un’osteopata canadese, ha pubblicato la sua tesi di dottorato del 2003 sulla Fascia di Still(16). Per la sua tesi ha utilizzato due metodi qualitativi: la ricerca letteraria e le interviste personali. La trascrizione di quelle interviste conteneva una domanda sul termine Biogen. Dei 37 osteopati intervistati, solo 4 avevano la minima idea di cosa significasse il termine Biogen, e solo 1 dei 4 poteva collocare il termine nel contesto storico appropriato. Possiamo anche trovare recente menzione del termine nel libro di Zachary Comeaux su Robert Fulford, DO(17). Il termine è discusso in relazione all’apprezzamento del Dr. Fulford della prospettiva vitalista in medicina e di come il concetto di Forza Vitale o Vita Biogenica attaversa tutta l’osteopatia a partire da Still.
L’esposizione più recente e approfondita del concetto di Biogen si trova in Interface: Mechanisms of Spirit in Osteopathy, di R. Paul Lee, DO(18). Nel suo libro Lee, menziona G.D. Hulett DO, uno studente di Still e professore di ‘Principi e Pratica di Osteopatia’ presso la American School of Osteopathy (ASO). Hulett scrisse un libro nel 1903, Principles of Osteopathy(19), in cui menziona la forza vitale più volte, ma lo fa in relazione al protoplasma. La forza vitale è vista come presenza nel protoplasma; come base strutturale della forza vitale; e come parte della vita individualizzata in un’aggregazione di molecole. Il termine Biogen non appare fino alla quinta edizione pubblicata nel 1922, quando il suo significato fu ridotto a una molecola complessa. La quinta edizione è stata riscritta e rivista dalla American Osteopathic Association House of Delegates. Lee menziona anche che E.R. Booth, uno studente e biografo di Still, usa la parola “protoplasma” in diversi punti del suo libro(20). A pagina 394, Booth afferma:
Tutte le conoscenze relative al protoplasma, alla cellula, a tutte le varietà di tessuti per quanto riguarda la struttura e la funzione, a quell’elemento importante del principio di vita, ecc., sono coinvolte nei principi fondamentali enunciati, e sono preziose per l’osteopata. Non viene fatto alcun tentativo qui per discutere questi argomenti profondi in relazione all’osteopatia. Solo alcuni dei fatti più grossolani, per così dire, sono dati.
Senza approfondire la profondità del soggetto è difficile per chiunque vedere che per Coues and Still, il Biogen esiste a priori di qualsiasi manifestazione cellulare fisica.
Lee fa un ottimo lavoro nel confrontare il vitalismo di Still con il lavoro del mistico del XVIII° secolo Emmanuel Swedenborg e con le prospettive vitaliste del chi o qi della medicina tradizionale cinese, del prana della medicina ayurvedica e della filosofia dei nativi americani. Inoltre, Lee sottolinea la somiglianza tra la filosofia di Still e il lavoro di Rupert Sheldrake (campi morfici), Benoit Mandelbrot (geometria frattale), Max Planck (meccanica quantistica), Larry Dossey (medicina energetica), David Bohm (ordine implicito), e William Tiller (spazi onda/particella).
Vitalismo
Questi sono gli unici riferimenti al Biogen nella letteratura osteopatica; tuttavia, questi non sono l’unica menzione del concetto di forza vitale. Nell’articolo The Prophylactic and Curative Value of the Science of Osteopathy(21) pubblicato nel 1900, Martin J. Littlejohn menziona la forza vitale non meno di 36 volte. In un articolo successivo pubblicato sul giornale dell’associazione osteopatica americana in 1902, The Physiological Basis of the Therapeutic Law(22), Littlejohn dichiara che “La teoria della nostra terapeutica dipende dalla forza vitale, che rappresenta la somma di tutte le attività e processi vitali nell’organismo, l’energia cosmica nell’uomo, l’energia della comprensione e della volontà…” Per Littlejohn, la forza vitale era: “Ciò che sta dietro la materia della struttura e il materiale funzionale dell’organismo”. Facendo eco a Still e ad altri spiritualisti, egli scrive che la forza vitale: “è una forza che ha origine e rimane nel corpo come risultato dell’unione dello spirito o della semplice sostanza con la materia”.
Termini come “forza vitale”, “fluido vitale” o “processo vitalizzante” possono essere trovati nel Journal of Osteopathy nel lontano 1896. Tra il 1896 e il 1900 ci sono almeno 20 articoli contenenti questi termini. Infatti, una prima definizione di osteopatia stampata nel Journal of Osteopathy nel 1896 elenca i seguenti principi: “1°- la salute è naturale; malattia e morte tra il momento della nascita e la vecchiaia sono innaturali. 2°- Tutti i disturbi del corpo sono il risultato di ostruzioni meccaniche alla libera circolazione dei fluidi vitali e delle forze”. Nel 1899 la definizione di osteopatia, stampata sulla copertina interna di alcuni numeri di The Journal of Osteopathy, presentava quanto segue:
…L’osteopatia si basa su una conoscenza accurata della struttura anatomica e delle funzioni fisiologiche dell’organismo. La natura ha posto all’interno del corpo alcune forze vitali, fluidi vitalizzati e processi e attività vitalizzanti che, in armonia tra loro, mantengono il normale equilibrio del meccanismo del corpo…
È giusto affermarere che l’osteopatia dei primi tempi era tanto bioenergetica quanto biomeccanica, almeno finché Still, Hulett e Littlejohn erano coinvolti nel programma educativo dell’ASO.
La forza vitale è un concetto fondamentale nella filosofia del vitalismo, il quale sostiene che tutti gli esseri viventi sono permeati da un principio o forza organizzante ed energizzante. Questo concetto risale all’antico Egitto. Nell’antica Grecia veniva chiamato pneuma. Nelle filosofie orientali, è conosciuto come chi, qi, o prana. Il vitalismo come paradigma continuò anche nel XIX° secolo fino a quando i biologi considerarono la questione risolta quando l’urea fu sintetizzata in laboratorio da composti inorganici. In precedenza, il concetto di forza vitale era rafforzato dalla presunzione che sostanze organiche come l’urea non potessero essere create in laboratorio perché a tale sintesi mancava la componente energetica vitale. Lo spiritualismo, anche se strettamente parlando non è vitalismo, accetta la nozione di energie o forze invisibili che influenzano la vita umana, concetto ben conosciuto da Still.
Lo spiritualismo e la biologia del diciannovesimo secolo non erano gli unici soggetti che comprendevano il concetto di forza vitale. In quell’epoca il sistema più popolare e diffuso per esprimere il concetto nella medicina occidentale, era di gran lunga l’omeopatia. L’omeopatia è stata fondata da Samuel Hahnemann nel 1796 e il termine forza vitale o “Dynamis” è stato introdotto nel suo lavoro fondamentale, l’Organon dell’arte di guarire(23), pubblicato nel 1810. Hahnemann paragonava il dinamismo alla forza gravitazionale tra terra e luna. È un’influenza invisibile, immateriale, “simile allo spirito”, forse meglio descritta in questi giorni come un fenomeno di campo bioelettromagnetico. La “disarmonia” di questa forza è la causa della malattia che in definitiva si esprime come sintomi. Questa forza mantiene le attività dell’organismo vivente (omeostasi) e anima il corpo materiale. Quando si ritira, il corpo muore e si decompone tornando ai suoi costituenti chimici. L’articolo di Littlejohn del 1902 apparve nella JAOA circa 2 anni dopo la sua partenza dalla ASO. A quel tempo, aveva appena completato una laurea in medicina al Dunham Homeopathic College di Chicago, dove il suo professore di Materia Medica non era altro che James Tyler Kent, MD, il più famoso omeopata americano del suo tempo. Al momento della pubblicazione del suo articolo su JAOA, Littlejohn era il presidente dell’American College of Osteopathic Medicine and Surgery di Chicago.
Questo concetto di Biogen, o forza vitale, nonostante la sua storia e universalità d’uso, è in definitiva inconoscibile. Il massimo che possiamo fare è conoscerlo attraverso i suoi effetti, come conosciamo il vento negli alberi dal movimento delle foglie. Mentre non può mai essere resa totalmente esplicita, la forza vitale può essere paragonata ad altri concetti o aspetti dei sistemi viventi come: Vis Medicatrix Naturae, magnetismo animale, l’inconscio, sistema nervoso autonomo, istinti umani, intuizione e creatività. Termini come il Soffio di Vita, Luce Liquida e Potency all’interno della Potency attestano la sua ineffabilità.
William Garner Sutherland
Il prossimo punto di riferimento per l’espressione del concetto energetico in osteopatia è il lavoro di William Garner Sutherland. Sutherland fu studente presso l’ASO dal 1898 al 1900, quando Littlejohn era il professore di fisiologia. Nel 1899, Littlejohn introdusse uno dei primi corsi di psicologia offerti in una scuola di medicina americana. Littlejohn ha protetto i diritti d’autore e pubblicato la sua lezione e il Museo Osteopatico ATSU, archiviando questa lezione dal titolo Psicofisiologia(24). Il termine “forza vitale” è menzionato 3 volte nella conferenza di 66 pagine e senza dubbio Sutherland era presente. Molti anni dopo Harold Magoun, studente di Sutherland, descrisse il liquido cerebrospinale in Osteopatia in ambito craniale (Osteopathy in the Cranial Field) come qualcosa di più di un semplice liquido. È: “… il ‘Più Alto Elemento Conosciuto’ nel corpo umano e come tale è il recipiente del principio di vita”. Il Dr. Sutherland descrive variamente questo elemento invisibile come “il fluido all’interno del fluido”, “la luce liquida”, il “succo nella batteria elettrica”, o “lo strato di luce nella nuvola…”(25). In Contributi di Pensiero(26), Sutherland discute il principio fondamentale del concetto craniale come il Soffio della Vita (Breath of Life), un Elemento Invisibile e la brillantezza del fulmine mentre illumina le nuvole.
Questo è il quadro che voglio che vediate come “l’elemento più alto conosciuto” nel liquido cerebro-spinale. Un ELEMENTO INVISIBILE. Qualcosa che può essere illustrato nella potenza che illumina la pellicola nello scattare una foto a raggi X. Qualcosa che non vedi, ma che illumina la pellicola a raggi X. Non è visibile. Potete visualizzare la scintilla dai poli positivo e negativo: salta da un polo all’altro…
Pensiamo che Sutherland stia qui parlando metaforicamente, cercando di mettere in parole ciò che può essere sperimentato ma non facilmente descritto. Tuttavia, non è questo il caso. Sutherland era abbastanza letterale circa la potenza che illumina la pellicola a raggi X. Sutherland ha condotto quell’esperimento nel tentativo di aiutare Walter Russell(27).
Walter Russell
Walter Russell (1871-1963) era un mistico, un ritrattista, uno scultore, un architetto paesaggista, un pattinatore su ghiaccio professionista, un costruttore e investitore immobiliare tra le altre cose (Fig. 2). Dall’età di 7 anni, Russell ha avuto periodi regolari di stati alterati di coscienza. All’età di 14 anni, ha avuto un’esperienza di premorte accompagnata da un lampo di luce interna e cecità temporanea. All’età di 49 anni, ha sperimentato un intervallo di 39 giorni di coscienza alterata accompagnata da cecità. Durante quel periodo, sperimentò una completa separazione dal normale funzionamento mentale e tuttavia trascrisse oltre 40.000 parole di “istruzioni cosmiche”. Sarebbe facile liquidare Russell come un’altro pazzo eccentrico, tranne per il fatto che dopo questa esperienza di illuminazione, Russell ha sviluppato una teoria cosmogonica che prevedeva con precisione anche l’esistenza di diversi nuovi elementi della tavola periodica. Successivamente creò la Walter Russell Foundation (ora Università di Scienza e Filosofia) con sua moglie Lao per diffondere il suo messaggio al mondo attraverso diversi libri e un corso di studio a casa.
Russell credeva di aver sperimentato una sorta di cortocircuito tra i due emisferi cerebrali e la ghiandola pineale, causando questa luce accecante. Sua moglie riferisce quanto segue:
Mio marito ha basato la sua credenza su questo cortocircuito, concludendo che fosse dovuto dovuto parzialmente al fatto che il suo nervo ottico è stato influenzato da ciascuna delle sue esperienze quando è stato accecato a lungo, come se un uomo fosse costretto a guardare direttamente il sole… Per verificare la sua convinzione che la luce fosse un effetto fisico del cortocircuito, consultò il Dr. William Sutherland, un noto specialista cranico, il quale attaccò un negativo appositamente preparato al cervello di un uomo morente. All’istante della morte, un lampo di luce è stato registrato sul negativo, dimostrando che la luce era quello che mio marito credeva che fosse(28).
Gli archivi dell’Università di Scienze e Filosofia (USP)(29) contengono la corrispondenza tra Adah Sutherland e Lao Russell. Le lettere, datate dal 1947 al 1954, indicano chiaramente che si era sviluppata un’amicizia tra queste due donne. Will e Adah avevano frequentato una serie di conferenze di Russell e stavano entrambi praticando una sorta di ‘centraggio’ che Adah chiamava “il fulcro”. Sia Ann Wales che suo marito, Chester Handy, sono menzionati per aver letto un libro di Russell intitolato The Secret of Light. Le riunioni della Osteopathic Cranial Association sono menzionate più volte nelle lettere. In una lettera Adah racconta a Lao come alcuni dei concetti di Russell hanno influenzato la terminologia osteopatica craniale. Afferma:
Parlando dell’addestramento delle dita osteopatiche è consuetudine dire, citando il Dr. Still, “dita che pensano, sentono, vedono”. A cui, come dicevamo prima, Will ha aggiunto “sanno” dopo avervi sentito a Grand Rapids. Nel dare lezioni e dimostrare la tecnica craniale applicata alla potenza del fluido cerebrospinale e nel portarlo ad un punto “fulcro” di equilibrio, si ha un “interscambio ritmico equilibrato” di tutti i fluidi del corpo. Tutto basato sull’onda, ovviamente.
Fulcro, interscambio ritmico equilibrato e onda sono concetti fondamentali nella cosmogonia di Russell.
Forse l’indicazione più chiara dell’influenza del lavoro di Russell sul concetto cranico è la duplicazione virtuale del diagramma di Russell delle forze centripeta/centrifughe o di carica/scarica(30) (Fig. 3) e lo schema del potenziale elettrico del liquido cerebrospinale (The Ground Swell) nella prima edizione di Osteopathy in the Cranial Field(31) (Fig. 4). Sutherland descrisse la potenza del CSF come un potenziale elettrico costantemente in carica e scarica suggerendo una ritmicità di funzione. Questo è simile al concetto di Russell, tranne che per Russell, il fenomeno di carica/scarica avviene sempre contemporaneamente, anche se appare in sequenza.
La natura energetica del lavoro osteopatico continua ancora oggi ed è meglio illustrata nel concetto osteopatico biodinamico come insegnato da Jim Jealous, DO. Gli studenti di questo approccio hanno l’opportunità di sperimentare le molte sottigliezze del lavoro cranico e possono sviluppare un’esperienza intima e diretta del Biogen (Il meccanismo/La forza vitale/La potency all’interno della potency). Sutherland disse del Dr. Still:
….Oltre a ciò ha riconosciuto il più alto elemento conosciuto nel liquido cerebrospinale. Si potrebbe dire che era come una macchina radiogena; poteva guardarti attraverso e vedere le cose, dirti le cose, senza nemmeno mettere le mani sul corpo. L’ho visto farlo più e più volte! Quando alcuni dei primi insegnanti cercavano la lesione durante la clinica prima della lezione, all’improvviso il vecchio dottore arrivava da dietro: “Ecco la tua lesione”. Come faceva? Come!(32)
Ci sono molti riferimenti alle abilità psichiche di Still(33). Poteva vedere l’aura umana e la usava come aiuto diagnostico. Si sforzava di allenare le sue capacità intuitive in modo che la sua mente potesse operare intrecciando pensiero, immaginazione, memoria, intuizione e chiaroveggenza(34). Durante un’intervista nel 1997, Ann Wales disse che il Dr. Still agiva anche come medium e invitava gli studenti più disposti alle sue sedute spiritiche(35). Egli suggeriva che gli studenti di maggior successo non erano quelli con i migliori risultati scolastici, ma quelli che lavoravano per la loro coscienza intuitiva. Credeva che con il giusto allenamento, la mente universale potesse essere accessibile dai sensi umani.
Ed è proprio in questo senso che l’educazione osteopatica può essere migliorata. L’approccio di Still era quello di trasmettere le sue conoscenze sulla base di un modello biomeccanico che comprendesse una buona conoscenza di anatomia e fisiologia, ma anche di condividere, con alcuni studenti interessati, l’importanza di ciò che chiamava psicologia. Per Still, la psicologia era proprio quei tratti di immaginazione, memoria, intuizione e chiaroveggenza che formavano la base della sua esperienza vissuta dell’osteopatia(36).
Questo filo conduttore di sottile energia vitale attraversa tutta l’osteopatia fino ad oggi, sebbene rimanga nascosto. Quello che ci manca è una descrizione dell’esperienza vissuta da Still della sua osteopatia. Quello che ci manca è una descrizione formale di ciò che c’era dietro queste dita che vedono, sentono, pensano e sanno. Ciò che si rende necessario ora è che gli insegnanti di osteopatia, presenti e futuri, condividano le storie personali del loro lavoro intuitivo e del loro percorso nell’accesso alla mente universale. Così facendo, potremmo custodire e far progredire il cuore dell’osteopatia, rendere visibile l’invisibile e forse giungere a un consenso su come meglio insegnare queste abilità sottili, evolvendo così i nostri programmi educativi post-laurea.
Ringraziamenti
I miei ringraziamenti vanno al personale del Museum of Osteopathic Medicine ATSU per il loro aiuto nella ricerca della letteratura.
Referenze
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- Still’s Spiritualism and his clairvoyance are also discussed in R. Paul Lee’s book, Interface: Mechanisms of Spirit in Osteopathy, pp. 99-102.
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