APPROCCIO TISSULARE – OSTEOPATIA DELLA COSCIENZA

Verso la fine degli ani ’90 Pierre Tricot, Osteopata francese, sviluppa un approccio in ambito osteopatico che chiama “tissulare”.  Per giungere allo sviluppo di questo approccio compie un “ritorno” verso le sorgenti storiche dell’osteopatia, traducendo i principali testi fondanti dalla lingua inglese. Compie allo stesso modo una sintesi dei lavori più recenti negli ambiti scientifici e filosofici.

Durante lo sviluppo di questo approccio, Pierre Tricot scopre che i tessuti dei pazienti erano sensibili alla qualità della “presenza”, all’attenzione ed intenzione che lo animavano durante il contatto. Quindi “presenza”, “attenzione” ed “intenzione” diventano dei parametri fondamentali soggettivi dell’osteopata:

“…ho scoperto che i tessuti dei pazienti erano sensibili alla qualità della mia presenza, alla localizzazione della mia attenzione e infine all’intenzione che mi animava nel momento in cui stabilivo il contatto. Presenza, attenzione e intenzione sono così diventati i parametri soggettivi. Mi hanno permesso di affinare in maniera considerevole sia la qualità della mia palpazione che i risultati terapeutici nei pazienti.”

L’individuo non viene più considerato come un insieme di parti “assemblate”, come ad esempio ci insegna l’anatomia classica, ma come un sistema interconnesso e cosciente, un corpo cosciente! Non si agisce su un arto o un’articolazione, ma si COMUNICA con un soggetto.

Quindi l’oggetto sul quale agire diventa soggetto con il quale comunicare.

Questo significa che comunichiamo con un sistema cosciente e VIVO, in grado perciò di comunicare e di farlo attraverso il movimento.

La seduta si sviluppa quasi come un dialogo non verbale, fatto di sintonizzazione palpatoria, di ascolto, di domande e risposte date dal tessuto vivente. È un cammino che si crea con domande poste alle coscienze corporee. Si crea un dialogo tra l’operatore, che contatta il paziente attraverso le mani, e le “coscienze/cellule” del sistema corporeo del paziente, sensibili alla “presenza” dell’operatore e alle domande che quest’ultimo pone.

Una volta stabilita una comunicazione vengono identificate delle strutture, o zone corporee, che sono in restrizione di mobilità/comunicazione, fino a giungere in quel “nodo” profondo dove questa mancanza di movimento ha il suo fulcro, un punto apparentemente immobile ma che trattiene in se’ tutta l’energia potenziale per ripartire e dare vita al movimento/comunicazione. Attraverso una sintonizzazione palpatoria e cosciente con quest’area, l’operatore offre un punto di appoggio che questa zona di ritenzione può utilizzare per fare ripartire il suo movimento e comunicazione.

Ogni movimento recuperato a questo livello avrà degli effetti a livello sempre più macroscopico, andando a ripristinare quelle restrizioni di movimento nei tessuti che hanno portato all’insorgere di dolori e sintomi.

L’approccio tissulare in Osteopatia è assolutamente indolore e privo di controindicazioni e può essere utilizzato a qualunque età, dal neonato all’anziano, sia a beneficio dei vari quadri patologici che a livello preventivo, per risolvere sul nascere problematiche che potrebbero in seguito manifestarsi attraverso vari sintomi.